AICP: “Proposta Crimi su taglio indennità non sia propaganda su pelle collaboratori”

[Lettera pubblicata da Il Messaggero,p. 12 mercoledì 1 aprile 2020]

 

Caro Direttore,

la proposta del Capo politico dell’M5S, Vito Crimi, di tagliare le indennità dei parlamentari, puntualmente ripresa dai maggiorenti del Movimento 5 Stelle ha un’altissima probabilità di essere “pagata” dai collaboratori  parlamentari, i lavoratori più deboli dell’arco parlamentare. Già oggi sono frequenti i casi di parlamentari che tendono a risparmiare sulla pelle dei propri collaboratori, proponendo loro contratti miseri e senza garanzie, pur affidando compiti che richiedono competenza tecnica e attribuiscono delicate responsabilità.
Poiché non esiste una voce dell’indennità dedicata agli staff e tutto viene versato in anticipo al singolo parlamentare  se vi fosse un ulteriore taglio i parlamentari avrebbero buon gioco a fare economia a spese dei propri collaboratori, che verrebbero pagati ancora meno o perderebbero il lavoro.  Il taglio dell’indennità, senza scorporare dal cedolino del parlamentare le spese per gli staff, finirebbe con l’essere un atto di pura propaganda compiuto sulle spalle dei lavoratori più deboli.
Il capo politico del M5S esorti il Presidente Fico a regolare con una delibera dell’Ufficio di Presidenza fondi e contratti per i collaboratori parlamentari, come da impegni pubblici assunti lo scorso luglio; solo allora vi sarà una qualche credibilità di una proposta che oggi realizzerebbe il  paradosso di stanziare fondi per erogare aiuti a lavoratori a scapito di altri lavoratori: i collaboratori parlamentari, delle cui sorti la politica in concreto si disinteressa.

José De Falco

Presidente Associazione italiana dei collaboratori parlamentari

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Agenzia

 
Collaboratori parlamentari: taglio indennità a scapito nostro

Collaboratori parlamentari: taglio indennità a scapito nostro Aicp sulla proposta del leader M5s Vito Crimi Roma, 30 mar. (askanews) - "La proposta Vito Crimi di tagliare le indennità dei parlamentari, ripresa dai maggiorenti del Movimento 5 Stelle, ha un'altissima probabilità di essere 'pagata' dai collaboratori parlamentari, i lavoratori più deboli dell'arco parlamentare". Lo afferma José De Falco, presidente dell'Associazione italiana dei collaboratori parlamentari. "Già oggi - spiega - sono frequenti i casi di parlamentari che tendono a risparmiare sulla pelle dei propri collaboratori, proponendo loro contratti miseri e senza garanzie, pur affidando compiti che richiedono competenza tecnica e attribuiscono delicate responsabilità. Poiché non esiste una voce dell'indennità dedicata agli staff e tutto viene versato in anticipo al singolo parlamentare, se vi fosse un ulteriore taglio i parlamentari avrebbero buon gioco a fare economia a spese dei propri collaboratori, che verrebbero pagati ancora meno o perderebbero il lavoro". "Il taglio dell'indennità - aggiunge De Falco - senza scorporare dal cedolino del parlamentare le spese per gli staff, finirebbe con l'essere un atto di pura propaganda compiuto sulle spalle dei lavoratori più deboli". Dunque, "il capo politico del M5S esorti il presidente Fico a regolare con una delibera dell'Ufficio di Presidenza fondi e contratti per i collaboratori parlamentari, come da impegni pubblici assunti lo scorso luglio; solo allora vi sarà una qualche credibilità di una proposta che oggi realizzerebbe il paradosso di stanziare fondi per erogare aiuti a lavoratori a scapito di altri lavoratori: i collaboratori parlamentari, delle cui sorti la politica in concreto si disinteressa". 

 

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