Corriere della Sera, 5 Ottobre
Collaboratori parlamentari, protesta per il contratto: «Basta abusi»
Non vogliono più essere chiamati «portaborse». Ma soprattutto vogliono regole al posto di quella che definiscono la «giungla» attuale: «Manca una normativa come quella vigente al Parlamento Europeo»
Non vogliono essere più chiamati “portaborse”. Ma soprattutto vogliono un contratto di riferimento, al posto di quella che definiscono la “giungla” attuale. Sono i collaboratori parlamentari che per la prima volta si sono dati appuntamento sotto Montecitorio per mettere in luce la loro richiesta di normalizzazione del settore. «Manca una normativa come quella vigente al Parlamento Europeo – ha detto il loro portavoce José Di Falco -, Attualmente i nostri contratti sono parlamentare per parlamentare, con situazioni difformi dal tempo indeterminato a quello determinato ai cocopro...». In sostegno della protesta sono intervenuti alcuni parlamentari, da Pippo Civati a Cesare Damiamo, Titti Di Salvo, David Mattiello. Clamorosa iniziativa di fronte all’obelisco di Montecitorio, esibite perfino le maschere delle tre scimmiette che non vedono, non sentono, non parlano riferite alla difficoltà di parlare pubblicamente di questi problemi che interessano 628 collaboratori parlamentari alla Camera, secondo il dato fornito dalla presidente Boldrini ieri in un incontro con una delegazione . «La presidente ci ha assicurato che porterà il problema nella riunione dei capigruppo», ha detto Di Falco. «Non vogliamo assunzioni a tempo indeterminato, vogliamo solo che i nostri rapporti fiduciari con i parlamentari vengano regolati dentro un contratto standard».
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