Lettera AICP al Consiglio di Presidenza del Senato

 LETTERA INVIATA IL 30 APRILE 2021

Gentile Presidente,
gentili Senatori Questori,
gentili Senatrici e Senatori del Consiglio di Presidenza,


siamo qui a ribadire la necessità di un urgente intervento da parte della Presidenza, del Collegio dei Senatori questori e del Consiglio di Presidenza tutto che preveda l’introduzione di disposizioni chiare e trasparenti che disciplinino il rapporto fra collaboratore e parlamentare. Vista la fase di stallo in cui ci troviamo, appare necessario riaffermare la grave lacuna del nostro sistema: le Assemblee legislative italiane difettano tuttora di una disciplina in materia, a differenza di quanto avviene nelle principali democrazie occidentali e presso il Parlamento europeo.


L’Associazione da anni, che potremmo contare in legislature, denuncia questa mancanza ma le Istituzioni parlamentari sono sorde. Salvo discontinue dichiarazioni pubbliche e l’approvazione di ordini del giorno in occasione della discussione dei bilanci interni, che peraltro non hanno trovato applicazione, nulla è stato fatto poiché nulla si è voluto fare.
L’assenza di norme fa sì che il rapporto di lavoro tra parlamentari e collaboratori sia caratterizzato da forti irregolarità: abuso dei contratti di collaborazione (co.co.co.), inidonei a disciplinare un rapporto che ha tutte le caratteristiche della subordinazione (orario fissato dal datore di lavoro, prestazione esercitata presso l’ufficio del parlamentare, il quale funge da unico committente); mancato riconoscimento dei principali diritti quali ferie, malattia, maternità, trattamento di fine rapporto; ricorso a partite iva fittizie, per mascherare forme di sostanziale subordinazione e consentire al parlamentare di mettere fine al rapporto da un momento all’altro, senza tenere conto degli adempimenti previsti per i rapporti di tipo subordinato.
Tutto ciò in quella che dovrebbe essere la “casa di vetro” del nostro Paese.


A maggior ragione la riduzione del numero di deputati e senatori richiede l’introduzione di una nuova e organica regolamentazione non più rinviabile, esigendo un ripensamento generale dell’articolazione degli staff di supporto del singolo parlamentare al fine di rafforzarne e garantirne l’effettivo e pieno esercizio di tutte prerogative parlamentari, pur in un contesto di ranghi ridotti.
In diverse occasioni il Senato ha trattato della necessità di addivenire ad una nuova disciplina dei collaboratori parlamentari.

Negli ultimi due anni però il tema ha assunto dimensioni offensive nei confronti della categoria e, ci sia permesso, anche dell'intelligenza dei Senatori-spettatori delle relazioni fatte in Aula in sede approvazione di bilancio interno del Senato. Da due anni l'Aula conosce e resoconta, le parole del Sen. De Poli che, a nome del Collegio dei Questori, nell'intervenire tema della riforma della disciplina dei collaboratori parlamentari ancora al palo nonostante gli impegni assunti negli anni, propone le stesse identiche speculazioni aritmetiche relative alle retribuzioni medie dei collaboratori parlamentari (stimate in media 2300/2400 euro), fantasie retributive che come tutti sanno, e come pubblicamente denunciato da questa Associazione, sono avulse dalla realtà.


Sul punto, vorremmo essere smentiti dai dati, bruti, veri, in possesso dell'Amministrazione. Proprio quei dati che sono nelle immediate disponibilità degli stessi Senatori questori che, senza avventurarsi in stime improbabili, in poche ore potrebbero fare una operazione verità sul tema chiedendo agli Uffici ogni genere di informazioni e analisi - anche aggregate - rispetto a numero, tipologia e importi medi dei contratti dei collaboratori che sono tutti depositati - come orgogliosamente ripetuto ogni anno - presso il rispettivo Servio del Senato.


Di pari astrazione sembra essere l'effettività del "tavolo di coordinamento" con la Camera dei deputati rispetto alla riforma della disciplina dei collaboratori di cui pure si è riferito in sede di ultimo Bilancio interno e che, come appurato dalla scrivente Associazione, era sconosciuto all'altro ramo del parlamento fino a pochi giorni prima la discussione del bilancio del Senato.
A questo punto riteniamo doveroso da parte del Consiglio di Presidenza, a partire dalla Presidente del Senato, spiegare perché non si voglia dotare il nostro Parlamento di una chiara regolamentazione, specificando cosa osti l’introduzione di disposizioni chiare e definite volte a regolamentare il rapporto di lavoro fra collaboratore e parlamentare e a tutelare i diritti di una categoria di professionisti che con il loro quotidiano lavoro coadiuvano deputati e senatori nelle loro attività.


In più circostanze abbiamo specificato quelli che riteniamo essere i punti chiave di una nuova e organica disciplina, di fronte al constatato silenzio non possiamo che ribadirli:
1) regolamentazione della figura del collaboratore parlamentare che preveda altresì l’indicazione delle specifiche attività di competenza legate all’esercizio del mandato parlamentare;
2) mantenimento della natura fiduciaria propria del rapporto di lavoro e della durata del contratto, pari a quella della legislatura e/o del mandato del parlamentare interessato;
3) l’istituzione di un plafond a disposizione di ogni singolo deputato, con fondi stanziati dall’amministrazione e vincolati alla contrattualizzazione dei collaboratori da parte dell’amministrazione parlamentare, che stabilisca l’importo mensile specificatamente ed unicamente destinato alla retribuzione dei collaboratori nella misura congrua alle delicate attività dagli stessi svolte;
4) oneri contributivi previdenziali e fiscali a carico dell’amministrazione Camera;
5) individuazione di contratti tipo che andranno a regolare il rapporto di lavoro fra collaboratore e deputato, prevedendo delle fasce retributive, in conformità ad adeguati criteri che oltre ad essere conformi all’art. 36 della Costituzione, prendano in considerazione le documentate e specifiche competenze, in base al profilo professionale nell’ambito del settore legislativo e/o comunicazione, nonché delle pregresse esperienze lavorative maturate in ruoli affini;
6) pubblicazione del nominativo e del curriculum vitae del collaboratore sulla relativa pagina del parlamentare, presente nel sito internet del Senato della Repubblica.


Con l’auspicio che si possa finalmente uscire da questa fase di stallo che connota negativamente il Parlamento italiano e rinnovandoVi l’invito ad un confronto, tempestivo e fattivo, Vi ringraziamo per l’attenzione.
In attesa di un Vostro gentile, urgente e riscontro, unitamente alla pubblicazione dei dati relativi alla condizione contrattuale dei collaboratori innanzi richiamati, porgiamo i nostri più cordiali saluti


Roma, 30 marzo 2021

 


José De Falco
Presidente


Lorenzo Carrozza
Vicepresidente vicario


Elisabetta Motroni
Vicepresidente

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