Senato: P. Madama ancora in tempo per regolarizzare i collaboratori

SENATO: DE FALCO (AICP), 'P.MADAMA ANCORA IN TEMPO A REGOLARIZZARE COLLABORATORI'** =
'possibile riunire Consiglio presidenza, istituzione sia casa dei diritti' - 'qualcuno rema contro?' Roma, 11 ott. (Adnkronos) - "Siamo rimasti letteralmente spiazzati, era tutto pronto con tanto di delibera dei Questori, anche dopo lo sciopero della fame che avevamo indetto nei giorni precedenti, ma la mancanza del numero legale in Consiglio di presidenza ha impedito che il Senato passasse il testimone alla prossima legislatura come Casa dei diritti, in cui i lavoratori vengono tutelati, esattamente come ha fatto la Camera e come succede in tutti gli altri Parlamenti". Lo dice all'Adnkronos il presidente dell'Associazione italiana dei COLLABORATORI PARLAMENTARI (Aicp), José De Falco, a proposito della mancata decisione dell'organismo apicale di palazzo Madama sul contratto. Situazione che lo induce anche a esprimere il timore "che qualcuno nel Palazzo abbia remato contro senza uscire allo scoperto". "Ma -precisa- non tutto è perduto: c'è tempo ancora oggi, anche domani per una nuova convocazione del Consiglio da parte del presidente Casellati e in questo senso si sono espressi anche diversi componenti del Cdp, da Paola Binetti a Sergio Puglia, da Durnwalder a Francesco Laforgia. Basterebbe davvero poco a mettere l'istituzione alla pari con Montecitorio nella tutela dei diritti anziché lasciare in eredità alla XIX legislatura di palazzo Madama questo dossier ultradecennale".
De Falco ricorda che sarebbe nell'interesse dello stesso Senato regolarizzare i collaboratori alla luce della recente riforma costituzionale, che ha ridotto a 200 il numero dei senatori. Intanto, perché "dovranno lavorare di più e con competenze diversificate (non a caso il nuovo Regolamento ha accorpato alcune commissioni)". E poi, si rischia "la fuga di molti collaboratori verso la Camera, che offre contratti 'ad hoc' con tutte le tutele del caso. Insomma, se palazzo Madama non interviene, gli effetti potrebbero essere nefasti sul piano della qualità del lavoro legislativo". "Ma -ripeto- si fa ancora in tempo a porre le condizioni perché il Senato affronti il futuro nel pieno delle sue capacità di lavoro, nel rispetto dei diritti dei lavoratori, che altrimenti, paradossalmente, continuerebbero ad essere negati proprio là dove si fanno le leggi per gli italiani", conclude De Falco. (Fan/Adnkronos)