Il personale di staff opera in tutti i livelli di governo – europeo, nazionale, regionale e locale – e per tutte le cariche politiche intese nel significato più estensivo del termine: dalle assemblee rappresentative agli organi di governo. Si pensi, in particolare, al governo centrale, in relazione al quale la legge prevede che ministri, viceministri e sottosegretari possano avvalersi, nell’esercizio delle rispettive funzioni di natura politico-amministrativa, di uffici di diretta collaborazione composti da personale scelto direttamente – e su base fiduciaria – dai titolari della carica: si tratta delle segreterie particolari, dell’ufficio di gabinetto, dell’ufficio legislativo, dell’ufficio stampa e comunicazione e così via.
Presso le assemblee legislative il fenomeno assume dimensioni ancora più ampie: tutta la struttura amministrativa delle Camere risponde alle logiche del personale di staff, ma solo una piccola parte di coloro che operano alle dirette dipendenze dei componenti di Camera e Senato viene designata direttamente, per nomina diretta, dai titolari della carica (componenti delle segreterie particolari, uffici studi, uffici stampa, uffici legislativi).
L’importanza del personale di staff, al di là del ruolo volta per volta assunto, è aumentata considerevolmente negli ultimi anni ed è destinata ad aumentare ancora nel prossimo futuro anche in ragione della notevole complessità di temi e problemi con i quali la politica è chiamata a confrontarsi. Dai temi economici a quelli istituzionali, dai temi etici a quelli climatici o ambientali, dalla politica estera alla sfera sanitaria: nessuno è onnisciente e l’attività di consulenza diviene indispensabile per consentire al titolare di una carica istituzionale di operare con il dovuto discernimento.
Si pensi, a titolo d’esempio, alle sfide con le quali saremo chiamati a confrontarsi nei prossimi anni in relazione al tema climatico: la riduzione progressiva dalla dipendenza dai combustibili fossili richiede misure incisive che toccano l’industria, l’agricoltura, il trasporto privato, ma anche la sfera urbanistica con l’esigenza di efficientamento degli edifici: tutte sfide che richiedono competenze elevate e trasversali e che impongono alla classe politica di farsi affiancare dai migliori consulenti di cui il nostro Paese dispone.
La recente riforma costituzionale, modificando gli articoli 56 e 57 della Costituzione ha determinato la riduzione del numero dei parlamentari passando da 630 a 400 deputati e da 315 a 200 senatori, impone un ripensamento generale dell’articolazione degli staff di supporto del singolo parlamentare al fine di rafforzarne e garantirne l’effettivo e pieno esercizio delle prerogative parlamentari.
Prerogative che, è bene ricordarlo, non si esauriscono nella sola funziona legislativa ma interessano tutti gli atti di indirizzo e di controllo dell’attività del governo.
In considerazione di tale processo, anche al fine di investire sulla qualità della nostra democrazia e sulle competenze umane e professionali dei lavoratori, spesso giovani ed altamente qualificati, l’introduzione di una regolamentazione sul modello del parlamento europeo, tra tutti quello più strutturato in materia, non è più rinviabile.
L’Associazione Italiana Collaboratori Parlamentari (AICP) è nata con l’obiettivo di favorire l’introduzione di una regolamentazione chiara e trasparente della figura professionale del collaboratore parlamentare, al pari di quanto avviene nelle principali Assemblee europee e nel parlamento europeo. Questo obiettivo, oltre alla dimensione di tutela dei lavoratori interessati, si inquadra in un contesto più ampio e nobile che interessa direttamente la qualità della nostra democrazia.
S’inaugura con questo numero, uno spazio a cura di AICP che, con spigolature e riflessioni maturate sul campo da membri dell’associazione, colleghi e esperti che operano nel circuito istituzionale governo-parlamento, intende offrire ai lettori di Parlamento Magazine uno spaccato dell’istituzione parlamentare in divenire dando conto delle sfide, punti di forza, limiti e prospettive di riforma che il parlamento, cuore pulsante – in perenne fibrillazione – della democrazia è destinato ad affrontare per non smarrire sé stesso.
José De Falco, Dottore di ricerca in diritto costituzionale, Presidente dell’Associazione Italiana Collaboratori Parlamentari – AICP
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