Enrico Brignano e il monologo sui "portaborse"

Riceviamo e volentieri pubblichiamo, la lettera aperta di una Socia AICP al comico Enrico Brignano che con il monologo  fatto il 22 settembre nel corso della trasmissione "Un'ora sola vi vorrei" (Link) ha dimostrato l'assoluta ignoranza della funzione del collaboratore parlamentare.

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Gentile sig. Brignano,

Sono una di quelle che lei chiama “portaborse” e che invece si chiamano "collaboratori parlamentari".

Mai avrei pensato di trovarmi a scriverle, facciamo due lavori diversi e veniamo anche da percorsi molto differenti.

Sento però che quello che i cittadini hanno visto sulle reti pubbliche martedì sera, la sua performance sul Referendum Costituzionale, forse merita alcune riflessioni.

Lavoro come collaboratrice di deputati e senatori dal 2013, ho iniziato quando il verbo dell’antipolitica aveva il vento in poppa e dunque tutte le argomentazioni che lei ha snocciolato durante il suo monologo mi sono più che note.

Lavorando nelle istituzioni ho potuto toccare con mano come la realtà dei collaboratori parlamentari, miei colleghi, sia diversificata nelle funzioni (vi troverà personale di segreteria, tecnici legislativi, esperti di comunicazione) e altamente professionalizzante. Perché se da un lato è vero che la preparazione dei politici eletti talvolta lascia a desiderare, dall’altro è doveroso evidenziare come chi lavora per loro sia - nella stragrande maggioranza dei casi - molto preparato, appassionato, motivato.

Sig. Brignano, le persone che lei ha offeso e dileggiato in prima serata su Rai 2 sono per lo più donne e uomini precari, laureati, alcuni in possesso di un dottorato di ricerca. Parliamo più di una lingua e la nostra formazione è continua e totalmente a carico nostro.

Da alcuni anni ci siamo costituiti con Associazione l'AICP, per tutelare i nostri diritti e profili professionali. Se va sul sito dei collaboratori parlamentari AICP scoprirà volti e storie di una lotta che dura da anni. Non solo non siamo "portaborse": guardando alle condizioni di lavoro siamo i "più" precari dei palazzi, senza contratti di riferimento, dipendenti diretti - caso pressoché unico in Europa - di ciascun parlamentare.

E se è divertente ed estremamente facile ironizzare sui parlamentari e i loro stipendi, molto più difficile invece è raccontare come si svolge per davvero la quotidianità in Parlamento, in questa casa di vetro che è e resta la casa di tutti gli italiani. Plurale e democratica. Migliorabile e profondamente umana.

Insomma, io capisco che spesso le istituzioni democratiche possano sembrare lontane, e capisco anche che anni di retorica su “casta” e “poltrone”abbiano giocato il loro ruolo.

Noi collaboratori parlamentari però vorremmo incontrarla, e spiegarle perché la realtà in questo caso è diversa dalla satira. E, se è satira, è fuori bersaglio.

Silvia, collaboratrice parlamentare e socia AICP - www.collaboratoriparlamento.it