Riforme, AICP: no tagli tout court, serve una riforma delle spese per l'esercizio del mandato

"L'iniziativa legislativa del taglio dei parlamentari abbinata a quella, ribadita oggi dal ministro Di Maio, del taglio delle indennita' sono, a detta dei proponenti, animate dalla volonta' di realizzare una riduzione dei costi del Parlamento e un miglior funzionamento delle Camere. Senza entrare nel merito delle riforme, avvertiamo come il riduzionismo dell'attivita' parlamentare a un 'costo' mortifichi la funzione parlamentare". Lo scrive in una nota Jose' De Falco, presidente dell'Associazione dei collaboratoriparlamentari commentando il ddl sulla riduzione del numero dei parlamentari all'esame del Senato. "Per un miglior funzionamento del Parlamento si deve superare l'anomalia tutta italiana del contributo mensile erogato al parlamentare per le 'spese per l'esercizio del mandato' (3690 euro alla Camera e 4180 euro al Senato) - continua la nota - e destinarlo a una voce specifica del bilancio delle Camere, come avviene nei principali Parlamenti europei, per la contrattualizzazione dei collaboratori parlamentari, con pubblicazione dei rispettivi cv ed emolumenti. 

In un sol colpo - conclude De Falco - si realizzerebbero: a) l'azzeramento dell'uso improprio di fondi; b) una gestione contrattuale rispettosa del tipo di lavoro effettivamente erogato ai parlamentari; c) la totale trasparenza ai cittadini dei servizi di cui si avvalgono i parlamentari; d) una comparazione effettiva con le risorse offerte al singolo parlamentare rispetto al concreto esercizio delle delicatissime funzioni legislative, di controllo e indirizzo del Governo, assegnate al parlamentare. Una riforma semplice e doverosa che, ad oggi, incredibilmente non è stata ancora fatta nemmeno dalle presidenze Fico e Casellati." Conclude De Falco.